A partire da quella che è stata già definita una rivoluzione basata su processi di nanotecnologia molecolare, si solleva l’opportunità di nuovi dispositivi fotovoltaici che verranno integrati nelle pareti e nelle finestre degli edifici. Si tratta di un importante passaggio di utilizzo da pannelli di silicio, già impiegati negli odierni impianti fotovoltaici, a materiali ibridi o completamente molecolari: gli OLED (Organic LED).
Pellicole sottilissime, semitrasparenti o colorate che, installate sulle finestre al posto dei vetri, oltre ad essere molto gradevoli dal punto di vista estetico, sarebbero in grado di assorbire la luce e di produrre elettricità.
Finestre fotocromatiche che non sarebbero altro che finestre, che come delle tende, si oscurerebbero in presenza di luce forte. Finestre la cui durata sarà da rapportare al costo della tecnologia.
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Il pretesto proviene dalla messa a punto di un lavoro svolto da alcuni ricercatori dell’Università del Texas (U.S.A.), in particolare della Scuola di Ingegneria Cockrell. Secondo quanto emerso da queste ricerche, le finestre del futuro, saranno “verdi” e intelligenti.Grazie all’utilizzo di materiali hi-tech si potranno ridurre i costi e i consumi legati al riscaldamento attraverso il controllo del passaggio dell’energia termica e della luce solare. In altre parole, sarà possibile permettere di riscaldare la propria abitazione, lasciando passare anche la luce, tuttavia bloccando alla vista i raggi solari. Avremo quindi infissi a prova di spreco ottenuti con l’apporto di materiali cosiddetti “elettrocromici” a doppia banda che consentiranno a chiunque di avere a disposizione un sofisticato controllo dinamico della luce solare. Già qui nel nostro paese il Politecnico di Milano ha realizzato un prototipo di finestre in grado di schermare fino al 50% della radiazione solare: funzione regolabile grazie ad una app per android.
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In apertura del nuovo anno Deceuninck si ricollega a quanto già affrontato nelle prime due parti lo scorso novembre 2017 attraverso la segnalazione di due articoli (qui e qui) di alcuni anni fa sul futuro della finestra.
Grazie alla collaborazione del Los Alamos National Laboratory e dell’azienda statunitense UbiQD, l’Università milanese sviluppò lastre di plastica dotate di nanoparticelle in grado di catturare la luce ottenendo l’energia per illuminare edifici e dispositivi quali computers e via dicendo. In sostanza, la luce trasmessa attraverso la finestra viene assorbita dalle nanoaparticelle fluorescenti (i cosiddetti “cromofori”) incorporate in semplici lastre di plastica o di vetro.
I dispositivi tecnologici che consentono ciò si chiamano concentratori solari luminescenti(LSC Luminescent Solar Concentrators) ed erano stati già anticipati da sistemi in plexiglass in grado di trasformare normali finestre in sistemi fotovoltaici. Caratterizzati da un minimo impatto estetico, in quanto incolori e quindi perfettamente integrabili all’edificio, e da piena sostenibilità ambientale, tali per cui ci si aspettavano prospettive di applicazioni nel breve-medio termine stimolando così lo sviluppo della “green architecture” e della “building sustainability”.
Link articolo: thenexttech.startupitalia.eu
Già abbiamo visto come i ricercatori del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano Bicocca avessero trovato la soluzione per realizzare una finestra efficiente, economica, priva di elementi tossici, ma soprattutto in grado di produrre energia elettrica.
Questo avverrebbe grazie agli LSC (concentratori solari luminescenti) che, assorbendo la radiazione solare, potrebbero in futuro contribuire alla salvaguardia ambientale e alla riduzione dei rischi di riscaldamento globale. Non solo ma oggi è già possibile integrare negli LSC nanosfere di silicio, al posto del cadmio, indio o zolfo (materiali un po’ tossici e non proprio economici), che è invece economico, abbondante in natura, non tossico e in grado di assorbire la luce solare. Il silicio non è tuttavia nella sua forma convenzionale in grado di riemettere luce, ma se, come nella ricerca svoltasi in collaborazione con l’università del Minnesota, ridotto a cristalli di pochi miliardesimi di millimetro può “ingannare la natura” e comportarsi come un eccellente emettitore di luce.
Link articolo: www.milleunadonna.it
Il potersi avvalere di finestre in alternativa ai comuni pannelli fotovoltaici (pannelli solari in silicio), che sappiamo avere lo svantaggio di dover essere installati con un certo grado di inclinazione, è una novità molto prossima. Si tratta di finestre che implicano il ricorso a materiali ibridi semitrasparenti e sottili, materiali molecolari capaci di assorbire la luce e produrre elettricità e che, come tali, possono essere montate in verticale. L’impiego di pellicole, di vetro o di plastica, resistenti anche agli agenti atmosferici, laddove soddisfano l’estetica incontrano pure l’ecosostenibilità.
Tale realizzazione è consentita grazie all’utilizzo di un particolare gel trasparente contenente silicio amorfo che, a seconda del tipo di applicazione (finestra o intercapedine), produce energia elettrica in misura diversa.
Link articolo: www.fotovoltaicosulweb.it