Tra le 15 università italiane del gruppo di atenei individuati dalla Crui (Conferenza Rettori delle Università Italiane) e selezionate per realizzare progetti di ricostruzione di 25 scuole fra Marche, Umbria e Lazio, l’ateneo di Venezia è stato scelto dall’unità di missione presieduta da Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione dopo il terremoto del 2016, per la scuola elementare e media “De Magistris” di Caldarola (MC).
Il progetto prevede che la nuova scuola, che appunto rientra nel programma di aiuto che alcune Università italiane sono state chiamate a mettere in atto a favore dei Comuni colpiti dal terremoto, venga ricostruita nel viale Umberto nel centro storico del borgo marchigiano al posto di quella in via di demolizione e che venne quasi distrutta a suo tempo dal terremoto. Progettata in meno di un mese da un gruppo di cinque giovani architetti Iuav è al lavoro, con la supervisione di alcuni docenti dell’Università Iuav di Venezia, che hanno prestato la loro consulenza a titolo gratuito, sarà la prima scuola ad essere ricostruita e in tempi assai brevi dal momento che il piano sisma 2016-Le Scuole vuole che venga inaugurata a settembre di quest’anno in occasione dell’apertura del prossimo anno scolastico.
Pur trattandosi di un piccolo complesso per la scuola dell’infanzia (3 sezioni) e primaria (5 classi), la nuova scuola avrà una superficie utile lorda di 1700 mq per un importo previsto di 2.550.000 euro. Il concorso di una serie di competenze, coordinate dalla prof.ssa Francesca De Maio, che vanno dalla progettazione architettonica, al calcolo strutturale, dal progetto impiantistico al calcolo estimativo, e il costante dialogo intrattenuto fin dalle fasi iniziali sia dallo Iuav che dalla Struttura di Missione del Commissario Errani, ha reso possibile la redazione di un lavoro sinergico ed efficiente.
Il progetto parte dalle indicazioni pervenute dall’amministrazione comunale e dalla dirigente scolastica e tiene conto delle recenti linee guida del Miur per la buona scuola, facendo in modo che tale scuola possa diventare un polo di aggregazione sociale grazie all’organizzazione degli spazi interni ed esterni della scuola sensibili al superamento delle disabilità motorie e visivo-uditive.
Le qualità dell’edificio scolastico vedono una struttura in acciaio per la resistenza al sisma e materiali di tamponamento e copertura che hanno la funzione di garantire il massimo conforto termico ad energia quasi zero (classe A4) anche grazie all’uso della centrale a biomasse e all’impiego di pannelli fotovoltaici sulla copertura dell’aula magna. Richiamandosi alla disposizione volumetrica della scuola che l’ha preceduta, il nuovo edificio scolastico prevede una disposizione su due piani con un’articolazione interna comunque con doppie altezze e lungo i fronti ampie pareti vetrate, creando un effetto più sintonico col paesaggio storico e dando varietà agli spazi di connessione.
“Che una Università partecipi allo sforzo di ricostruzione dopo eventi drammatici come quelli accaduti nelle Marche o nel Lazio, credo faccia parte della sua missione – ha commentato il rettore Alberto Ferlenga. In questo caso, Iuav ha messo in gioco le proprie competenze nell’ambito architettonico e la propria tradizione di intervento in eventi di questo tipo (Vajont, Friuli) dimostrando efficienza progettuale e capacità di produrre qualità”.
Si tratta di un progetto redatto dal team di progettazione COSTRUCTURA Consulting soc. coop di Mercogliano, guidato dall’ing Michele Famiglietti per gli aspetti architettonici e impiantistici in collaborazione con il prof. ing. Luigi Petti, per gli aspetti strutturali e realizzato dall’impresa del geom Antonio Lanzara di Salerno. Una sorta di scuola antisismica che si autoalimenta interamente con energia sostenibile grazie a fonti rinnovabili, ad esempio l’energia solare insieme a quella geotermica per la produzione di energia elettrica, per l’illuminazione, il riscaldamento ed il raffrescamento delle aule.
L’edificio scolastico salernitano è totalmente antisismico dovuti a interventi di miglioramento (nuovo impianto termico radiante a soffitto, nuovo impianto fotovoltaico e facciata ventilata) su una struttura grezza già esistente composta di cinque corpi. Tale resistenza sismica è anche da attribuire ad una struttura progettata con interventi mirati tra cui i ringrossi delle fondazioni, l’allargamento del fondale, la realizzazione di setti in cemento armato e l’inserimento di controventi esterni in acciaio con isolatori sismici (le X colorate sulla facciata esterna), in grado di fornire una dissipazione supplementare di energia. Il progetto prevede anche il riciclo dei reflui e dei rifiuti di cantiere, il riuso delle acque grigie e delle acque meteoriche, nonché di materiali ecosostenibili, secondo i principi della bioarchitettura e della bioedilizia.
«Il complesso scolastico è dotato di un impianto di condizionamento radiante a soffitto e di un impianto meccanico di ventilazione, con controllo dell’umidità, alimentati da pompa di calore geotermica, con energia fornita da impianto fotovoltaico, ubicato sulla copertura. La produzione di Acqua Calda Sanitaria, per la maggior parte, è fornita da pannelli solari, sempre ubicati sulla copertura. Tutti gli impianti, compreso quello di illuminazione, sono gestiti da un sistema domotico che regola gli impianti in funzione delle esigenze: l’edificio è classificabile come NZEB, edificio ad energia quasi zero».
Attraverso l’emanazione di un bando pubblico che richiedeva la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di realizzazione e completamento di una eco scuola con costruzione di un complesso scolastico ad alto risparmio energetico, l’appalto è stato affidato all’offerta economicamente più vantaggiosa con varianti migliorative dei seguenti aspetti costruttivi: comportamento strutturale, efficientamento energetico, finiture, funzionalità ed organizzazione di cantiere, cose che gli hanno valso cofinanziamento dalla Comunità Europea nell’ambito del progetto “La Campania cresce in Europa”.
Eccellenze nei valori (rispetto per l’ambiente e prevenzione in caso di sisma), negli intenti, nella qualità del lavoro come negli strumenti trasmessi attraverso due progetti: la prima scuola ricostruita di Caldarola e l’”ecoscuola” di Oliveto Citra. D’altronde, partire e ripartire dalle scuole, in particolare, significa avere fiducia nel costruire e ricostruire relazioni e prospettive, consapevoli che la qualità dei luoghi della formazione è un valore di primaria importanza e speranza per il futuro di una comunità.