Come riportato da uno dei discendenti modenesi della famiglia in una lettera, si tratta di un complesso di tre edifici costruiti nella prima metà del Settecento, passati per successione ai Bentivoglio di Bologna nei primi decenni dell’Ottocento. “In quel secolo diede ospitalità a diversi illustri personaggi: la duchessa di Angoulême, figlia di Luigi XVI, gli arciduchi Don Carlos e Don Alfonso, rappresentanti il ramo legittimo di Spagna, e naturalmente i duchi di Modena Francesco IV e Francesco V, che non mancavano mai di portare i loro ospiti in passeggiata fino alla Villa. Durante la prima guerra mondiale fu requisita nel 1917 per esigenze militari, mentre nel secondo conflitto mondiale i miei nonni diedero ospitalità a numerose famiglie di sfollati. Nel periodo post-bellico la Villa riprese il suo splendore, anche a seguito di onerosi restauri, e fino alla vendita del 1980 costituì per la mia famiglia e quella degli zii Bentivoglio un allegro luogo di villeggiatura estiva.”
I magnifici decori degli interni, che vanno dal romantico ottocentesco al neoclassico al liberty, in maggior parte su soffitti voltati e lungo i muri, la buona conservazione degli arazzi, gli affreschi e i particolari architettonici, stanno infatti a dimostrare come la villa sia stata abitata da facoltose e altolocate famiglie modenesi. Tra gli ultimi proprietari della villa sono stati proprio i conti Bentivoglio a possederla per oltre un secolo e mezzo e usarla come residenza estiva per poi venderla alla Cassa di Risparmio nel 1980 che aveva in progetto di trasformarla in un prestigioso centro di rappresentanza.
Tuttavia la Casa delle 100 finestre è da decenni al centro dell’attenzioni di molti curiosi che periodicamente cercano di avvicinarsi ed intrufolarsi tra le sue mura allo scopo di indagare sulle dicerie che la vogliono infestata, magica ed ingannatrice e sull’ipotesi che possa portare sfortuna. Un luogo ricco di misteri ed eventi paranormali, sensazioni extratemporali per cui pare che standovi dentro non ci si renda di quanto tempo passi; oppure fatti strani che testimoniano come la villa sia infestata da fantasmi di cui si sentirebbero le voci ed i lamenti. Quasi fosse una «casa dei morti» da film dell’orrore, è stata anche frequentata da satanisti e persone in cerca di forti emozioni. Oggi chi si avventura nei tre stabili che fanno parte della Villa Buonafonte afferma che di notte si sentono sussurri, risate e voci lontane di ragazza e che si intravedano di tanto in tanto figure che si rincorrono nel giardino sotto i raggi della luna.
Tali misteriosi fatti potrebbero essere collegati ad un tragico avvenimento dell’estate del 1962. Si narra che una delle figlie dell’allora proprietario della casa fosse stata travolta ed uccisa da un’auto mentre camminava lungo la statale. A seguito di tale incidente il padre della ragazza decise di seppellire il suo cadavere dietro la villa per averla sempre con sé. In realtà la storia più originale e bizzarra della “casa dalle 100 finestre” ha a che fare con una singolare gara che vedeva un po’ di tempo molte persone della zona sfidarsi l’un l’altro nel contare le finestre dei tre edifici che appunto sono 100, motivo per cui la villa ha preso il nome di “Casa dalle 100 finestre”. Curiosamente pare che tale gara portasse sempre a risultati incredibili e che quindi contando più volte le finestre della villa ogni volta cambiasse il loro numero. Come se facendolo per la prima volta ne contasse 100, ma provando a ricontarle risultasse invece 99, poi di nuovo 100 e così via. Curioso ma pare pur vero!