Willis è stato il direttore della fotografia di alcuni dei film più acclamati degli anni ’70 (la saga de Il Padrino, alcuni film di Woody Allen, etc.). Questo rappresenterebbe il suo unico tentativo di dirigere un film che tuttavia non è stato apprezzato.
I Golden Raspberry Awards sono un finto riconoscimento per il film peggiore. Co-fondato dai laureati cinematografici dell’UCLA e dai veterani dell’industria cinematografica, John JB Wilson e Mo Murphy, l’annuale cerimonia dei Razzie Awards a Los Angeles precede di un giorno la corrispondente cerimonia degli Academy Awards. Il termine “lampone” contenuto nel nome, è usato nel suo senso irriverente, come “soffiare un lampone”. Gli stessi premi si presentano sotto forma di un “lampone dalle dimensioni di una pallina da golf” in cima a una bobina di pellicola Super 8 mm, tutta in oro verniciato a spruzzo. Nonostante ciò la colonna sonora del film è affidata ad un grande maestro. Se le musiche originali di Ennio Morricone si pensava consistessero in soli 15 minuti, come spesso accade, “improvvisamente” è stato “scoperto” nei “caveau”, che hanno i master tape per questa colonna sonora, che invece ne erano stati realizzati ben 46! Il tema principale “A Terrific View”, bellissima e commovente melodia, si ripete in diverse varianti lungo l’album. Dato che il film è un thriller, abbiamo i suoni e i ritmi misteriosi / oscuri appropriati e, naturalmente, tutta la musica è splendidamente composta e arrangiata.
La donna diviene oggetto di un’ossessione da parte di Andrea Glasse, sua vicina di casa. Un giorno un uomo irrompe nel suo appartamento aggredendola sessualmente attraverso un bizzarro “stupro”. La costringe a emettere suoni di soddisfazione erotica, catturandoli sul suo registratore. Emily denuncia il fatto alla polizia, e mentre la interrogano, Andrea si ferma per consolarla. La donna, spaventata e in cerca sicurezza, si trasferisce in un appartamento di un’altra zona della città. Tuttavia, mentre sta uscendo, lo stesso uomo prova ad aggredirla nuovamente. Questa volta Andrea capita di essere in visita a Emily ed è in grado di impedire all’uomo di entrare nel suo appartamento. Diventa presto evidente che Andrea non è la vicina di casa amichevole che sembrava. Per cominciare, possiede la registrazione che è stata fatta durante il primo stupro a Emily. Andrea ha sviluppato un coinvolgimento erotico nei confronti di Emily. Ha assunto un tassista proprio per eseguire le aggressioni alla donna, con lo scopo di ottenere la registrazione, che ha ripetutamente ascoltato e che alla fine recita mentre fantastica sulla donna. Inconsapevole della situazione, Emily continua a fidarsi di Andrea, che inizia ad insinuarsi ulteriormente nella vita della nostra protagonista. Nel frattempo, la donna inizia anche una relazione con il poliziotto (Cortese) che sta seguendo il suo caso. Andrea, sempre più sconvolta nella sua fantasia erotico-ossessiva, comincia a spiare la donna attraverso un telescopio seguendo la sua storia d’amore col detective Cortese. Quando Emily chiama e sale inconsapevolmente su un taxi guidato proprio dall’uomo che l’aveva aggredita, inizia con questi una conversazione “che le sembra familiare.” Alla fine capisce chi è l’uomo e gli chiede di fermarsi ad una cabina telefonica. Chiama la polizia, che, incredibilmente, le consiglia di tornare nel taxi e coinvolgere l’uomo in una conversazione innocua fino al momento in cui possono arrivare ad assisterla. Con il tassista arrestato e il reato confessato, Emily e Andrea hanno finalmente un confronto. Andrea professa il suo amore per Emily, ma Emily la schiaffeggia sul viso dicendole, mentre questa è devastata e piangente, che non vuole aver a che fare più con lei. Portandosi il peso del suo calvario, Emily congeda anche il detective alla sua porta d’ingresso. In seguito, il film si dissolve in un colpo sul ponte di Brooklyn.
Emily si sente aperta, sola e terrorizzata, e ogni spalla di un ponte iconico o dello skyline di Manhattan sembra un altro colpo alla sua psiche. Il film rivela subito che il colpevole dietro l’assalto di Emily è in realtà la sua vicina di casa Andrea, che risulta aver pagato un tassista per aggredire la donna e ottenere una registrazione audio dello stupro. Alla fine la donna si trasferisce al di là del fiume, in un condominio più sicuro e più grande. Ma anche lì, si sente esposta. E con una buona ragione: si scopre che è ancora sotto osservazione. La città – il cielo notturno, i ponti, le finestre illuminate degli edifici – è la presenza spettrale che infesta questo film. E nonostante il fatto che questa sia una città che pullula di vita, raramente vediamo quel lato di New York. Allo stesso modo, c’è poco mistero reale qui: in altre parole, diventa uno sfortunato thriller su una folle stalker lesbico. Spesso ci sembra di essere nella mente di qualcuno: Emily, ci viene detto, è una balbuziente, e quando si innervosisce, la sua balbuzie ritorna. Ma nessuno nel film recita o parla senza intoppi: tutti si muovono e parlano con fermezza, lentamente, in premesse e arresti, dando al film un aspetto stranamente onirico. In questo senso, nel suo rifiuto di darci le ordinarie soddisfazioni di un thriller e nella sua atmosfera unica e sconfortante, “Windows” sembra stranamente in anticipo sui tempi.
Tempi che comunque riecheggiano “finestre” dalle quali si staglia la vicenda che narra di un amore non corrisposto, un’ossessione non ricambiata, di un confine che non dovrebbe essere varcato.